lunedì 5 gennaio 2009

Colpevole o innocente?

C'è una giustizia?Cos'è la giustizia?Possiamo noi giudicare gli altri?Riusciamo noi a giudicare noi stessi?Possiamo noi conoscere la verità?Una qualche verità?Cosa è vero e cosa non lo è?Riusciamo davvero ad avere dei punti fermi?Possiamo essere sicuri della colpevolezza di qualcuno a tal punto da guidare la mano del boia sulla scure che taglierà la testa al reo?Cosa pensate che sia senza dubbio una colpa?Quale il peggior crimine?Io ho tanta paura che oggi come ieri tanti innocenti marciscano in prigione o vengano condannati a morire da innocenti!Che ne pensate?

5 commenti:

.°.Luca.°. ha detto...

Cos'è la Giustizia, intanto bisogna veder s'Ella esista. Per esister una vera Giustizia comune dovrebbe esservi anche una coscienza comune. Come sappiamo questo è tutt'altro che veritiero, ognuno di noi porta con se esperienze e altre componenti che influiscono il suo giudizio. Come farebbe, quindi, un uomo a giudicarne un altro? Tanto più come può permettersi uno stato di farlo?
Io, dal punto di vista d'un nichilista anarchico/caotico, direi che la Giustizia non esiste, perchè nessuno può stabilire cos'è giusto o cos'è sbagliato, per me il giusto significa soddisfar i propri istinti, raggiunger la felicità. C'è chi, per farlo, abbisogna di strumenti per noi riprovevoli, ma come permetterci noi, IPOCRITI vestiti di perbenismo, di giudicarli?
Spiego che comprendo che'l mio punto di vista sia insano, se volete, ma tendo sempre a far comprender quanto sian fasulli termini simili.
Non voglio fare morali, non voglio far discorsi del tipo: "Lo stato è ingiusto, la gente agisce di conseguenza", sinceramente non è quello che m'interessa, anche perchè d'un ovvietà sconfinante.
Quello ch'io intendo è che bisogna ragionar come sfiorati da, quella che or chiamano, Follia, istintività. Non voglio istigar al Male (quant'è falso poi questo nome...), ma render consapevoli di viver in una gabbia che ci siam costruiti da soli, dove ogni mio istinto è frenato dalla morale. Credo che s'il mondo non avesse inventato tanti ostacoli alla felicità, noi oggi vivrebbe nel caos più totale. Non prendete quest'affermazione per ciò che sembra, io non do accezione negativa al CAOS, lo stesso primario e generativo per l'uomo.

Bligius ha detto...

Sei sicuro che se vivessimo nel caos più totale saremmo più felici che non sotto a delle regole seppur imposte?Se la giustizia non esiste allora di cosa stiamo parlando?Che non esista in assoluto è cosa ovvia,per lo meno nel mondo che conosciamo noi e in cui viviamo.La definizione che se ne da oggi è :la costante e perpetua volontà di riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto;la negazione della giustizia ovvero la mancata applicazione dei criteri della giustizia è l'ingiustizia.Tutto sta a definire quali siano questi criteri di applicazione.
La parola deriva dal latino iustitia che a sua volta deriva da justus, "giusto", e questo da jus, diritto, ragione.
Ma il dare "a ciascuno cosa gli è dovuto" è un concetto molto vago e arbitrario.Il tentativo di una giustizia "sociale"sarebbe quella di considerare e garantire che a nessuno venga negato qualcosa che gli è dovuto.Ma dovuto da chi?Da tutti gli altri.E cosa va garantito a tutti?Quindi una coscienza collettiva che abbia una volontà di applicare i criteridi giustizia dovrebbe poter esistere.Il discorso è molto complesso,ma l'uomo non può a mio avviso vivere senza regole,non è capace e non sopravviverebbe.é vero che l'uomo si è costruito da solo la sua gabbia,ma era l'unico modo che aveva per proteggersi...e non tanto dal mondo(gli animali vivono con molte meno regole di noi!)quanto da noi stessi.L'uomo si è costruito la gabbia per difendersi dagli altri e da se stesso.Il punto è se questa gabbia,sia una gabbia dorata o no!Ormai in gabbia ci siamo!ma ci si può sentire liberi anche in gabbia?Qual'è la gabbia di giustizia migliore in cui possiamo stare?Cosa dovremmo garantire a tutti?

.°.Luca.°. ha detto...

Allora, diciamo che io ho due concezioni. Credo che se proprio dobbiamo vivere in questo mondo, cercando solo di cambiare LEGGERMENTE la morale, abbiamo necessità d'una Rivoluzione. Per affinità Ideologica, ne apprezzerei una di derivanza marxista-leninista, ma la mischierei a qualche principio dell'Estremo nemico, ovvero il Fascimo. Assimilerei una sorta di cultura che fiorì a quel tempo, mi riferisco ai principi morali ed etici d'allora: la Guerra come valore, l'Idea di superiorità dell'Uomo nei confronti d'alcuni simili, non abbastanza assennati ecc. Diciamo che sarei per un comunismo movimentato, poi forse patteggerei per l'Internazionalismo, ma diciamo che mi piace assaporare ogni corrente. Sono un critico per natura e son sicuro che se s'avverasse quet'Idea faei di tutto per combatterla.
Se invece potessimo far un balzo indietro e ricominciare, imposterei la Vita sul modello Nietzschiano, dello sviluppo dell'Uomo a discapito dei meno capaci. Una sorta di Legge della Giungla, una nuova Sparta. Il mio Caos è tale perchè nasce da un miscuglio delle mille sfaccettature cui m'affido, dall'egualitarismo (di partenza) alla sfrenata lotta per la supremazia. Credo che'l mondo abbisogni d'un grande capovolgimento, di uno scoppio enorme, di un annullamento di tutto ciò ch'è passato.

Bligius ha detto...

Non voglio sconfinare nella politica...rivoluzione e cambiamento totale sono giustificate o "giuste"?Si può parlare di rivoluzioni legittime?migliorano davvero le condizioni di vita dopo una rivoluzione?...penso anch'io che ci vorrebbe una rivoluzione,ma sul piano più economico-sociale...ad ogni modo non voglio entrare in queste questioni...ma ritornare alla giustizia e volevo solo sottolineare se una rivoluzione può essere giusta per capire che cosa intendiamo noi oggi per giustizia.Come posso giudicare qualcuno dicendo questo è giusto o questo è sbagliato?Chi sono io per ergermi a giudice?...eppure nella vita bisogna affrontare la questione ed insegnare a un figlio cosa sia giusto o no!Non solo cosa sia utile o dannoso!Ma è un bel problema capire quali sono i criteri corretti per una qualche forma di giustizia.

.°.Luca.°. ha detto...

Se il Mondo in cui vivo è questo ed è immutabile, probabilmente baserei gli insegnamenti primari dell'educazione di mio figlio sui principi morali che c'hanno imposto. Crescendo gli farei capire come tutto ciò che lo circonda sia falso e che per non soccombere può far solo due cose: o tenta di cambiare le cose in maniera radicale, magari finendo anche male come molti; oppure si innalza a discapito degli altri, mostrando il proprio zelo e la propria furbizia sopraffacendo gli altri. Soprattutto gl'insegnerei ad avere un atteggiamento critico e contraddittorio, elementi che lo spingono ad un esercizio mentale continuo. Importante è cercare spunti di riflessione, partecipare ad un movimento distruggendo con la dialettica tutti i suoi compagni, facendoli riflettere e facendo cadere impietosamente al suolo le loro "Belle Bandiere".