martedì 25 novembre 2008

Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.

Arthur Schopenhauer ha scritto : "Chi è amico di tutti non è amico di nessuno." Cosa ne pensate?
Esiste la vera amicizia?E se esiste che cos'è l'amicizia?Un valore?Un'utopia?Un'illusione?Un "flatus vocis"(parola vuota...senza senso.)?Se è un sentimento,che tipo di sentimento è:amore?Che differenza c'è tra amore e amicizia?C'è differenza?Chi è veramente un amico?
Non sono certo domande a cui è facile dare una risposta!Prendiamo l'etimologia della parola "amico",essa deriva dalla parola latina amicus-a dalla stessa radice di amare e significa "che si ama,che ama",cioè amico è una persona che ama ed è riamata.Questo starebbe a significare che è un sentimento d'amore reciproco e che quindi non c'è amicizia se chi ama non è corrisposto,cioè se chi da amore non riceve amore.Quindi non si può essere amico di qualcuno che non ci ama:non è un sentimento incondizionato come forse può essere l'amore di chi ama e basta ,senza avere nulla in cambio.Ma è possibile questo poi?Cioè può qualcuno amare senza voler nulla in cambio,o di materiale o di diciamo così "spirituale"?Oppure chi ama vorrebbe a sua volta essere amato?

9 commenti:

Sa ha detto...

A qualcuno basta la felicita' di chi si ama...
Forse può essere vero per mio figlio, per mio marito...la mia famiglia...ma non ne sono sicura.
Penso che l'uomo abbia bisogno di essere amato, contraccambiato...anche se non in egual misura...

.°.Luca.°. ha detto...

Intanto Amore ha la stessa radice di amicizia giusto? Quindi anche quello non dovrebbe esistere se non reciproco.
Io dico che sia Amore che Amicizia son Illusioni, son Concetti che ci son stati impartiti da sempre, ai quali noi ci adattiamo.
In fondo non c'è nulla di disinteressato nella Vita, pensate al classico insegnamento che si dà per educare i bambini "Fà del ben bene e ti sarà fatto" o qualcosa del genere. Anche lì c'è una venatura id egoismo, molto pronunciate. Quindi nessuno fa qualcosa per il semplice gusto di "DONARE", aspettiamo sempre che il Bene ci ritorni.
L'amicizia nasce, secondo, me dalla necessità di uno di venir supportato nei momenti critici, il quale, per non torvarsi da solo successivamente, ricambia l'aiuto dell'amico aiutandolo a sua volta.
Si entra in un circolo vizioso, del tutto interessato. Pensate infatti al classico momento di stasi di una amicizia, di solito quando uno dei due si fidanza. Improvvisamnete (guarda caso appena uno dei due sta bene, è "felice") l'amicizia ha un calo, si pensa eslcusivamente all'amata.
Strano no?
L'uomo nasce e cresce per l'egoismo, ci possiamo mascherare dietro mille bugie, ma in fondo pensiamo solo alla nostra "felicità".
Aveva ragione Nietzsche noi dovremmo pensare solo a noi stessi, alla nostra "volontà di Potenza" non mascherarci dietro le ipocrisie delle Religioni caritatevoli.
Probabilmente aveva ragione lui, ma se agissimo così in ogni occasione verremmo sopraffatti dai sensi di colpa, anche questo è strano, no?
Saluti, Luca

.°.Luca.°. ha detto...

Ragazzi, mi rivolgo ai Gestori. Potremmo organizzarci via mail e fare discussioni insieme sui nostri rispettivi Blog, con rimandi via Link.
Io già ho fatto un rimando al Vs Blog, spero non vi dipiaccia. Per dare via alla collaborazione attendo risposta o sul mio o sul vostro Blog.
Allora potremmo scsmbiarci le Mail.
Indirizzo mio Blog:
http://wordsandthoughts-luca.blogspot.com/

Bligius ha detto...

xLuca

Va bene!La mia email è bligius@libero.it!

Bligius ha detto...

Il senso di colpa deriva anch'esso dalla cultura e dalla religione impostaci da piccoli,ma pur condividendo il fatto che anche l'amore come l'amicizia non esista senza uno scambio reciproco e pur sapendo che sono nella maggior parte dei casi illusioni,voglio ancora credere che l'amore e l'amicizia talvolta possano essere diciamo "veri",anche se mi rendo conto che non sia affatto facile definire il concetto di verità,ed è particolare il fatto di come le cose che ci sono più vicine ed intime sono anche quelle che conosciamo meno,un giorno forse saremo in grado di andare ai confini dello spazio e di conoscere anche la più complicata legge fisica sulle particelle sub-atomiche ma conoscere e comprendere noi stessi è assai più arduo e probabilmente non ci riusciremo mai.Mi rifiuto di ridurre tutto il nostro essere a scambi di energia tra le sinapsi neuronali e di appiattire sentimenti come l'amore e l'amicizia a scambi ormonali e affinità chimico-organiche.Ma ritornando a quello che dicevamo direi che l'esempio dei due amici che finiscono la loro amicizia quando uno dei due si innamora di un'altra persona stia a significare che non era una "vera amicizia",nel senso che chi è amico è felice di veder felice il suo amico anche se questo comporta meno attenzione per lui da parte dell'amico;perchè altrimenti vuol dire che amava solo se stesso e quello che l'altro poteva dargli.L'egoismo è fortissimo nell'animo umano e per la maggior parte degli uomini,ma bisognerebbe distinguere i vari tipi di egoismo.E il punto è anche capire se esiste il "vero amore" e la "vera amicizia" e se esistono come possiamo definirli?Per Luca mi sembra evidente che non esistano,essendo semplicemente illusione e che l'unica cosa "vera"è l'egoismo.Per Sa sembra invece che possano esistere ma solo all'interno degli affetti familiari,nei rapporti così detti "forti",tra genitori e figli e tra due compagni di vita che si amano.Ma ritorniamo al punto perchè si amano?Certo perchè vogliono uno dall'altro benefici reciprochi,ma se un figlio ad esempio va per la sua strada a cercar la sua realizzazione,diciamo la sua "felicità" e questo comporti un allontanamento dai genitori...i genitori continuano ad amarlo?Cosa ricevono in cambio?A voi la parola!

.°.Luca.°. ha detto...

xBligius: adopero sin d'ora la tua mail, attendo con impazienza una sorta di "collaborazione".

Tornando al Discorso: io credo che all'egoismo si uniscano gli "insegnamenti". Mi spiego, l'amore incodizionato dei Genitori per un Figlio è un amore, a mio parere, "imposto". Ovvero: per la nostra concezione Morale, il Genitore DEVE amare il proprio figlio, gli DEVE l'amore che gli dà.
Per la nostra forma mentis chi non dimostra amore incontrastato per i figli è Marcio, rientra nella categoria dello Sbagliato. Per questo chi è genitore si trova costretto a supportare quella situazione. Vi siete mai chiesti, ad esempio, come mai un genitore cerchi sempre di raggiungere qualche affinità col proprio figlio? Qual è il motivo per il quale un padre, o una madre, si ritrova a preferirne uno ad un altro? Perchè ama maggiormente quello con il quale si è imposta una certa "simpatia". Ammetto che alle volte accada il contrario, ma è a causa della personalità del genitore, il quale può esser maggiormente attratto dal figlio "ribelle" o disobbediente.

Bligius ha detto...

Rispondendo a Luca...ti posso dire che io sono genitore e quello che affermi lo trovo vero forse soltanto all'inizio,quando ancora non sai cosa proverai per quella piccola creatura,ma credimi l'amore che provo per lui non mi è stato imposto da nessuno,se non dal mio essere me stesso,quindi da nessun fattore "esterno",non amo mio figlio perchè "devo amarlo",ma mi capita di amarlo,sento di amarlo,come quando si sorride,viene spontaneo(intendo quando si ride di cuore!).Parlo in prima persona perchè ovviamente per altri potrebbe essere come affermi tu,ma un'eccezione a mio avviso non conferma la regola,ma la invalida.Credo che l'"amore vero"(cioè quello che cerco di definire o per lo meno di avvicinarmi alla definizione)non si ha quando ci si sente in dovere di "amare",amare dovrebbe essere un atto libero.Se l'amore è un illusione allora anche la libertà lo è ed allora si può mettere in discussione tutto e chiudere la questione dicendo che tutto è illusione.Ma è una affermazione che secondo me porta ad un nichilismo pericoloso e cerco di non cadere nell'abisso del nulla.Daltronde se fossimo niente allora perchè scrivere?perchè comunicare?

.°.Luca.°. ha detto...

xBligius
...Proprio per non finire nel Nulla. Si commenta, si parla, si dialoga solo per non cadere nell'abisso, questi discorsi son soltanto qualcosa cui aggrapparci per affermare di Esistere.
In ogni caso, io ho due Fratelli e, per quanto non possa nemmeno avvicinarmi all'amore di un Padre, io li AMO. Ma il mio amore potrebbe esser mosso da fattori esterni che non riusciamo a percepire. Perchè non amo allo stesso modo altri bambini? C'è, forse, una sorta id vanità nel "venerare" i propri parenti così stretti. Ovvero, potremmo amarli perchè imposto dalla società (un fratello, un figlio, un padre...VA amato, perchè così è e così dev'essere) mentre nei confronti di altri bambini ci comportiamo nel modo meno condizionato, li critichiamo, siam più duri nella loro analisi più intima.

Bligius ha detto...

Mi consola allora sapere che siamo "qualcosa",il fatto di voler capire e comunicare ci fa essere qualcosa e questo qualcosa si chiama "essere umano".Ora che siamo salvi dalla caduta nell'abisso,ritorniamo a monte e per rispondere ancora a Luca direi che il fatto che si "ami" di più i propri familiare che non estranei è semplicemente dovuto al fatto che si è vissuto insieme e si è condiviso molte cose,quindi è naturale e non sociale il fatto di tenere di più ai tuoi fratelli che ad altre persone esterne,ma non per il fatto di legami genetici o di sangue che si voglia,ma perchè sono persone che tu consideri "fratelli".